Questo pomeriggio sono stata ospite dei Vivai Cooperativi Rauscedo, azienda pordenonese che opera dagli anni Venti del secolo scorso nel settore vivaistico viticolo.
Con oltre 60 milioni di barbatelle di vite innestate ed esportate in 28 Paesi ogni anno, i Vivai Cooperativi Rauscedo sono una delle più importanti realtà della zona del Friuli Venezia Giulia.
Sono circa 250 i soci che ogni giorno lavorano e coltivano gli oltre 1.100 ettari di vivaio e 1.050 a portinnesti, un potenziale enorme che unito ad un clima particolarmente favorevole e alla grande professionalità degli associati ha consentito negli anni a creare il grande successo di questa azienda storica, ormai simbolo del Friuli.
Oggi, insieme ai miei colleghi giornalisti Argav, ho avuto modo di visitare per prima cosa la sede centrale, dove abbiamo potuto vedere da vicino le operazioni di toelettatura e preparazione delle barbatelle per la commercializzazione.
La visita si è spostata poi al Centro Sperimentale. Qui, guidati dalla dottoressa Elisa de Luca abbiamo potuto ammirare gli impianti di Piante Madri Portinnesto, Piante Madri Marze. In particolare abbiamo visto da vicino lo Chardonnay VCR10 ed il Nebbiolo VCR135.
Ci siamo poi spostati all’interno delle magnifiche serre, dove le barbatelle vengono messe a dimora con la tecnica del cartonaggio, sperimentato dalla metà degli anni ’60 in Germania, utile per sopperire alla carenza di una determinata combinazione d’innesti.
Siamo stati poi condotti all’interno della Cantina di Microvinificazione. Qui vengono vinificate piccole quantità di uva, solitamente 100 kg, impiegando attrezzature e tecniche simili a quelle delle grandi cantine con lo scopo di valutare le potenzialità enologiche e le caratteristiche chimico-fisiche e sensoriali di vitigni rari
rinvenuti sul territorio, applicare diverse tecniche di vinificazione ad uno stesso vitigno per individuare le modalità che permettono di esprimerne al meglio le sue potenzialità.
La giornata si è conclusa con una speciale degustazione dei prototipi di vini prodotti con nuovi cloni di varietà di uva.
Un’esperienza davvero molto interessante ed istruttiva!