Home Comunicazione FOOD & WINE: RIVOLUZIONE UFFICIO STAMPA. Come cambia la professione e l’editoria?

FOOD & WINE: RIVOLUZIONE UFFICIO STAMPA. Come cambia la professione e l’editoria?

by Serena Aversano
Ho iniziato ad occuparmi di comunicazione e di ufficio stampa oltre 20 anni fa, fine anni ’90. Entrare nel mercato dei consulenti di comunicazione all’epoca è stata una scelta coraggiosa, rispetto al lavoro di redazione. Ho assistito alla grande metamorfosi di questo lavoro, fatto come sappiamo tutti di alti e bassi. Solo la tua forza di volontà, di continuare a crederci fermamente e la tua passione, sono le uniche leve di cui non puoi fare a meno per andare avanti.

Da subito ho scelto di occuparmi di food & wine settori che conoscevo abbastanza bene visto le mie pregresse esperienze e che costituivano la mia base di conoscenza che poi ho affinato negli anni, contraddistinta dalla mia risaputa curiosità e sete di conoscenza che non mi ha mai abbandonata, neanche ora, difronte alle sfide più subdole. Il mio primo articolo, è stato pubblicato nel 1998 in un giornale locale che avevo all’epoca la velleità di  rappresentare, ma alla redazione ho preferito raccontare storie delle aziende promuovendo le eccellenze italiane. La prima cosa che apprezzo del mio lavoro è la libertà anche se relativa perché quello di gestire la comunicazione aziendale riferito soprattutto all’ufficio stampa non è un lavoro facile e ci vuole professionalità, precisione, tempestività, creatività, cura dei dettagli e non ultima la pazienza, tanta.

IN COSA CONSISTE LA PROFESSIONE DI UFFICIO STAMPA?

Ecco, consiste nel conoscere bene le aziende da promuovere, i loro punti di forza e di cercare di individuare il modo migliore per veicolare le loro storie attraverso i media, individuare dunque un percorso di comunicazione quanto mai adattabile a seconda del tipo di media a cui ci si rivolge. Eppure, credetemi se vi dico che tutto questo lavoro è un attività piuttosto complessa.

E’ una bella soddisfazione…quella di veder pubblicato il comunicato integralmente su tutte le testate!! Da sempre lavoro per ottenere il massimo per le aziende che mi affidano l’incarico e spesso si lavora di corsa ben sapendo che il successo del tuo lavoro è dato anche dal rispetto delle tempistiche.

Il nostro lavoro cambierà sicuramente e il successo di un evento non si potrà più misurare dall’afflusso di persone pigiate in una stanza. Siamo costretti a coltivare le relazioni a distanza o con la mascherina, una via nuova di comunicare e la fase di ascolto è fondamentale per il nostro lavoro in questo momento di incertezza e di grande complessità.

COME CAMBIERA’ L’EDITORIA DOPO IL COVID?

L’isolamento è stato almeno per me, un’occasione importante di riflessione, talvolta anche dolorosa, soprattutto per la preoccupazione del futuro. Ce la faremo, non ce la faremo, cosa accadrà. Questi sono stati i miei pensieri durante l’isolamento!

Per quanto riguarda l’ambito del mio lavoro, in termini pratici, con l’annullamento degli eventi, delle degustazioni, delle fiere, una parte è andato perso, un’altra, invece, rimandata all’autunno.

Anche se non ci siamo fermati del tutto l’atmosfera in tempi di lockdown era veramente surreale, poi sono stata molto presa da corsi di aggiornamento e webinar on line scoprendo come tutti il valore dello streaming. Un’occasione, che mi ha fatto ripensare anche al mio modo di lavorare oggi, con molti meno appuntamenti dal vivo e molte call da organizzare, anche se soprattutto nel mondo del vino c’è bisogno dell’incontro fisico con il produttore, assolutamente necessario!

Il VALORE INSOSTITUIBILE DI UN INCONTRO DAL VIVO…

Incontrarsi è sempre importante, soprattutto per noi che ci occupiamo di pubbliche relazioni. Ma noi uffici stampa non ci siamo mai fermati, anche se lavoravamo in smart working, e durante il periodo di profonda crisi sanitaria devo dire che i giornalisti delle redazioni hanno mostrato grande volontà e disponibilità di ascolto, in un periodo in cui ci sono stati enormi cambiamenti: tagli di trasmissioni, chiusure di pagine a tema…

Sono consapevole del ruolo primario di ogni comunicatore, soprattutto nel prossimo futuro. Il risultato del nostro lavoro è dato da molteplici fattori, dalla capacità di saperci reinventare affrontando le relazioni con la stampa con cura, passione, dedizione e precisione.

Quante volte abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare?

Ogni incarico che ci viene affidato, per quanto mi riguarda, anche dopo molti anni di professione, è un’esperienza nuova, ci ritroviamo di sicuro con più strumenti da gestire, con una consapevolezza maggiore, ma nulla del passato va perduto. Dico sempre che l’esperienza ci è utile per non scordare la partenza, per portarci dietro tutto e riutilizzare ogni cosa secondo le nuove necessità.

Ho sempre lavorato con la stessa cura, la medesima attenzione e dedizione; e gli anni accumulati di esperienza, i preziosi contatti personali messi in agenda uno ad uno, la credibilità e la fiducia che si riesce a conquistare nel tempo con gli addetti ai lavori e con gli interlocutori, tutto questo fa parte di un percorso professionale che ti arricchisce enormemente!

La mia esperienza di smart working

Io lavoro dal mio studio ma con le collaboratrici (tutte donne)  ci si confronta su skype e lavorando in smart working da casa. Mi sono chiesta se è una pratica che può essere portata avanti anche dopo il Covid. Mi è molto difficile immaginare un mondo in cui tutta questa parte che viviamo di persona possa essere rimandata a gotomeeting e zoom.

L’importanza delle relazioni…

Sì, rinunciare alle relazioni sociali sarebbe una follia e significherebbe pure mettere in conto molte ripercussioni per il nostro equilibrio mentale. L’incontro valorizza tutto. Del resto, il lavoro dallo studio per me è utile, piacevole, riesco a organizzare tutto con metodo e a un livello di concentrazione migliore.

Io continuerò a lavorare osservando intorno cosa accade. Continuerò a pensare e a modificare il mio lavoro come già sto facendo da anni allargando i miei rapporti con la stampa alla rete online, aumentando e consolidando i miei rapporti con gli influencer con cui collaboro da diversi anni, curando le relazioni con food e wine blogger, redazioni online… Credo che l’unico modo per continuare a far esistere questo mestiere al meglio sia farlo senza perdere mai l’osservazione di quello che accade, non rifiutare i cambiamenti ma prenderne atto e a questi adeguarsi.

La situazione in generale sullo stato dell’editoria…

Ci sono stati tagli, titoli bloccati, rimandati, casse integrazioni, editori che hanno chiuso, altri che hanno resistito e hanno saputo rinnovarsi. L’isolamento ha visto un incremento delle visite nelle testate online.

 C’è da stare tranquilli?

Direi di no, tra gli addetti ai lavori mi pare evidente la preoccupazione, ma c’è anche tanta voglia di ripartire. L’autunno sarà un momento di rilancio molto importante su cui puntare. Ecco, mi piace chiudere questo articolo pensando a una cosa bella, a come nei prossimi mesi ci sarà una maggiore necessità delle aziende agroalimentari di raccontarsi e di costruire valore ai loro brand attraverso le storie, per guardare al futuro con nuovo rinato ottimismo.

 

  Serena comunicazione             

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