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INTERVISTA A ELISA DILAVANZO CANTINA MAELI BAONE PADOVA

by Serena Aversano

Chi è Elisa Dilavanzo? E’ una forza della natura, una Donna del Vino che ha creduto fortemente nel suo progetto tanto da coinvolgere Gianluca Bisol. Così è nata la Cantina Maeli, a Baone sui Colli Euganei.

 

Elisa Dilavanzo

Con piacere riporto di seguito la piacevole chiacchierata con Elisa Dilavanzo, vulcanica come il territorio che ha scelto per far nascere il suo sogno…la Cantina Maeli, di cui ne rappresenta l’anima.

“Io vivo per la mia cantina, non riesco a staccare e la visione del tempo è così fluida che non c’è un momento in cui ci si riposa”

Per Elisa “lavorare non stanca”, anzi è vitale! Ha un desiderio nel cassetto: che il territorio dei Colli Euganei possa essere maggiormente valorizzato, perché ancora poco conosciuto! Qui si produce il Moscato, una delle uve più antiche al mondo, lei vorrebbe riuscire a sfatare il cliché di territorio che produce solo spumante dolce e ce la sta mettendo tutta per aprire una nuova strada, quella del moscato metodo classico!

 IN QUESTA DIFFICILE SITUAZIONE IN CUI I FATTURATI SONO CALATI ENORMEMENTE QUALI SONO LE OPPORTUNITA’?

Credo che in questo momento l’enoturismo sia un’opportunità per risollevarsi, almeno in parte. Accogliere i wine lovers e condividere gli aspetti del proprio lavoro è importante per noi vignaioli, perché oltre a trasmettere i nostri valori e le nostre conoscenze, possiamo risollevare il fatturato e la marginalità delle nostre aziende, grazie alla vendita diretta, anche se non riuscirà da sola a bilanciare il calo del fatturato di questo periodo. Abbiamo bisogno più che mai di segnali positivi anche se numerosi clienti sono in difficoltà e c’è ancora pessimismo…l’enoturismo ci aiuta ed è da qui che dobbiamo ripartire. Ci siamo organizzati con le visite in sicurezza in cantina proponendo contenuti interessanti e unici e in questo periodo il lavoro ci consuma tante energie perché dobbiamo considerare tutta una serie di situazioni nuove ed imprevedibili.

CHE EVENTI STATE CERCANDO DI ORGANIZZARE E QUALE E’ IL VOSTRO TARGET?

Prima del Covid organizzavamo eventi/degustazione che interessavano gli appassionati, ora vedo che c’è un attenzione maggiore al vino anche da parte di persone che non ne capiscono niente, credo ci sia la voglia di vivere momenti esperienziali, sensoriali, che raccontano anche la cultura culinaria e vedo con piacere che si lasciano coinvolgere!

In questo periodo abbiamo avuto l’esigenza di creare degustazioni in abbinamento alle eccellenze locali e del Veneto, di far conoscere oltre ai nostri vini anche piccoli produttori, come ad esempio la trota di alta montagna o le Ostriche della Risacca di Scardovari che propongo con un vino ancestrale rosé , il“Dilante” medaglia d’argento della guida Gilbert & Gaillard, un Vino Rosato frizzante a base di Corbina Nera, Marzemina Bianca, Pataresca, Vernazzola e Malvasia Istriana, imbottigliato con i propri lieviti e rifermentato in bottiglia secondo il metodo ancestrale. Mi piacciono gli abbinamenti per concordanza, ma qui la proposta con l’ostrica rosa carnosa, suadente e il vino rosé è un po’ una sfida; all’inizio il vino risulta un po’ amaricante, questo per la sua origine vulcanica e per il lievito, ma in bocca asseconda questa  fusione e mi piace tantissimo, per la dolcezza e la persistenza degustativa e l’ostrica rosa ben si abbina al vino, per effetto contrapposto; in alternativa proponiamo anche il nostro metodo classico di Moscato Giallo.

COME E’ ANDATO L’EVENTO DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO CON LAURA DONADONI, L’OPINION LEADER DEL VINO CHE VIVE A SAN DIEGO?

Intanto c’è da dire che Laura è una ragazza incredibile, con una grandissima forza d’animo e che negli Stati Uniti dove vive, è diventata un punto di riferimento perché conosce molto bene il mondo del vino e poi è stata scelta come testimonial da numerosi territori del vino per il suo blog @theitalianwinegirl, veramente molto seguito! Nella mia cantina ha presentato il suo ultimo libro “ Come il vino ti cambia la vita”  dove ha raccontato che si è avvicinata al vino a seguito di una sua traversia personale, ed è nei momenti di difficoltà che tiri fuori la parte migliore di te stessa e la tua passione ti porta dove volevi andare e non avresti mai pensato di arrivare. Durante l’evento che si è svolto a luglio in cantina, in uno spazio esterno abbiamo accolto una trentina di persone più tutto il pubblico che si è collegato sulla piattaforma Microsoft Teams. E’ stata davvero una bella esperienza!

OGGI VANNO DI MODA GLI INFLUENCER. SECONDO TE ANCHE IL VINO DI QUALITA’ PUO’ TRARNE DEI VANTAGGI?

Per me si, sono preferibili gli influencer che hanno una certa esperienza nel vino e nella gastronomia, e una forte credibilità nel nostro settore e sono convinta che possono essere utili alle cantine che vogliono  espandere il loro pubblico, perché possono indirizzare all’acquisto tante persone. Se esistesse una Chiara Ferragni del vino con 20 mln di follower, potrebbe essere d’aiuto non tanto nella visibilità di una singola cantina ma nella promozione di un territorio, di un area vitivinicola, cercando di trovare un tema che possa attrarre nuovi visitatori e pubblico.

CREDI CHE LA COMUNICAZIONE POSSA ESSERE UN AIUTO PER SUPERARE QUESTO MOMENTO?

Certamente, se precisa e focalizzata nei contenuti che si vogliono esprimere e mirata al segmento del mercato cui ci rivolgiamo. Accoglienza in cantina, un sito sempre aggiornato, l’uso intelligente dei social e un canale e-commerce efficiente oggi sono determinanti e anche il delivery sta funzionando bene, perciò anche questo canale va intercettato.

HAI ACCENNATO ALL’E COMMERCE. VOI CHE SCELTE AVETE FATTO?

Se il mondo non sa che tu esisti come fai a vendere i tuoi vini? Quindi bisogna investire per farsi conoscere, noi abbiamo scelto il portale callmewine, che è un selezionatore di piccole realtà e siamo presenti anche su altri portali, poi abbiamo anche un nostro e shop. Il lavoro che stiamo facendo è quello di indirizzare le persone a visitare il sito, individuando un segmento di mercato per noi interessante per poi creare contenuti accattivanti al fine di attrarre nuovi estimatori e convertirli in clienti. Cerchiamo di curare lo shop on line con la stessa cura e attenzione del mercato reale senza dimenticarci di mantenere vive le relazioni con gli importatori, per cercare di spingere sui paesi meno colpiti dalla pandemia, per fortuna la tecnologia ci aiuta ad accorciare le distanze, io ad esempio la prima settimana di agosto avrò un wine tasting in streaming con il mio importatore americano.

CHE MERCATI STANNO ANDANDO MEGLIO E QUALI STANNO SOFFRENDO DI PIU’ OGGI?

Attualmente sono ripartita con la Cina, il Canada e il Belgio, dove ci sono dei segnali positivi. L’America è un mercato che riesce ad entusiasmare per lo storytelling, e una storia come la mia che non sono figlia d’arte piace molto. In Italia abbiamo riscontrato un buon successo con il delivery, ho notato che la gente acquista il vino per berlo a casa. Qualcosa si muove e io sono positiva, siamo fatti per reagire e abbiamo fortunatamente spirito di sopravvivenza che ci porta a studiare nuove soluzioni.

COME TI SEI AVVICINATA AL MONDO DEL VINO. RACCONTAMI LA TUA STORIA..

Viaggiavo per lavoro, così ho conosciuto delle persone che mi hanno avvicinato al vino con qualche degustazione. Ho iniziato così a frequentare i corsi AIS e ad apprezzare sempre più questo mondo; sono diventata sommellier nel 2008 e in quell’anno ho vinto un concorso che mi ha fatto incontrare Gianluca Bisol. Poi ho voluto approfondire con degli stage i meravigliosi territori e le tecniche di produzione di Champagne e  Borgogna e tornata a casa racconto alla mia famiglia che avevo deciso che quella del vino era la mia strada e giuro… mi hanno quasi presa per pazza!! All’epoca già sognavo di avere un azienda tutta mia, per poter mettere in pratica tutto quello che avevo studiato e che mi aveva molto affascinato.

Poi durante la collaborazione nelle vendite di una cantina dei Colli Berici, ho incontrato il direttore di un grande albergo di Abano che mi ha proposto di lavorare con lui perché aveva appena acquistato un azienda nei Colli Euganei. La visitai e ne fui subito colpita! Mi era piaciuta, con le vigne letteralmente coperte dai rovi, adagiate su una radura con vista sulle Dolomiti: un oasi di tranquillità circondata dalla bellezza! E pensare che in quella radura, oggi Terre Bianche, abbiamo circa 10 ha di moscato!

L’opportunità di poter acquistare una piccola tenuta tutta mia mi si è presentata dopo qualche anno quando, quando a Vinitaly ho ritrovato Gianluca Bisol, in quel periodo impegnato nella valorizzazione del vigneto più alto d’Europa a Cortina e a far conoscere il suo progetto dell’uva Dorona a Mazzorbo e mi convinco che Gianluca potesse essere il mio partner ideale, cosi istrionico e lungimirante, probabilmente l’unico che avrebbe potuto capire la portata del mio progetto, che non era tanto quello di fare vino ma di valorizzare il Fior d’Arancio, il meraviglioso moscato giallo dei Colli Euganei. Avevo fatto delle prove interessanti che ho fatto assaggiare a Gianluca che ne rimase sorpreso…e da li siamo partiti, siamo diventati soci, abbiamo acquistato le vigne per iniziare l’avventura Maeli.

QUALE E’ IL VALORE AGGIUNTO DELLA TUA CANTINA?

La nostra è una realtà dinamica e giovane dove la prima risorsa è il team,  ho investito tanto nelle persone e oggi non ho nessuna paura a delegare! Maeli sicuramente è un azienda al femminile ci sono io, Giulia, Barbara, Mara e mia mamma che è anche la mamma di tutte, c’è questa componente femminile ed umana che per me è importante e loro hanno capito che tutti assieme stiamo facendo crescere Maeli, giorno dopo giorno e questo mi ha aiutato a superare questo periodo difficile. In pieno Covid ho piantato un vigneto, per cercare di alternare lo stato di angoscia e di paura alla gioia infinita di coltivare le mie barbatelle come fossero tante bimbe bisognose d’acqua e di cure. E’ questo il pensiero che mi ha salvata, che mi ha dato la forza per andare avanti!

 

Serena comunicazione 

cantina maeli 

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