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LE SIGNORE DELL’ AMARONE, ANTONIETTA E SABRINA TEDESCHI

by Serena Aversano

Una chiacchierata con le signore dell’Amarone, vignaiole nel cuore della Valpolicella a Pedemonte. Due sorelle diverse per scelte e temperamento, ma unite dalla stessa passione per il vino e per il loro territorio, che oggi gestiscono la cantina assieme al fratello Riccardo, enologo. Il padre Lorenzo iniziò negli anni ’50 a fare qualità, fu uno dei primi, quando all’epoca in zona si producevano solo vini commerciali. In tutto 46 ettari vitati di cui 31 nella Valle di Mezzane, Tenuta Maternigo e il rimanente in Valpolicella classica, nella zona di Sant’Ambrogio e sulla collina di Pedemonte.

Antonietta e Sabrina Tedeschi

Mi racconta Sabrina: “I nonni avevano un’osteria in paese e il vino inizialmente veniva prodotto per essere venduto in osteria, veniva trasportato con i cavalli, in damigiane. Negli anni ‘60 nostro padre Lorenzo è stato uno dei primi a produrre vini di qualità e la nostra azienda fin da subito ha iniziato a vendere nei mercati esteri, prima nel mercato tedesco, poi in Inghilterra. Con il nostro importatore in Olanda ci lavoriamo da più di 40 anni, abbiamo iniziato che lui aveva 19 anni ora c’è suo figlio che ne ha 25! Il mercato estero non era una scelta ma una necessità, visto che in Italia i vini della Valpolicella erano considerati vini commerciali, ed è questo il motivo per cui i produttori di questa zona hanno rapporti commerciali di lunga data con l’estero”.

COME STATE AFFRONTANDO QUESTO MOMENTO DIFFICILE E COMPLESSO

Anche con il Covid non vogliamo pensare ad un vendemmia triste! Risponde Antonietta – certo, abbiamo dovuto rivedere un po’ di cose. E ci siamo chieste come potevamo andare incontro ai nostri clienti in questo momento difficile. Abbiamo pensato, per esempio, di applicare delle condizioni particolari offrendo il porto franco per volumi inferiori rispetto al passato. Il riscontro è stato positivo e la collaborazione è stata possibile anche in un momento complesso. Il mercato italiano è quello che sta soffrendo di più per il Covid, il blocco del turismo ha influito parecchio sulle vendite. I nostri vini vengono apprezzati dal turista che ha una buona capacità di spesa, che viaggia e che visita le grandi città. Milano è in sofferenza, ma anche Verona”. Il centro storico di Verona sta soffrendo, alcuni locali sono chiusi a pranzo e aprono solo la sera a cena; tra i ristoratori c’è preoccupazione ma anche la speranza di ritornare a lavorare piano piano”.

Tenuta Martenigo

CHE MERCATI STANNO FUNZIONANDO?

Per noi il mercato americano è importante ma ancora abbastanza limitato ed è quello che sta soffrendo di più – risponde Sabrina- il Canada per noi è il principale mercato, e siamo contenti perché siamo riusciti a mantenere i numeri. Anche il Nord Europa è in sofferenza con alcune eccezioni come il mercato del Regno Unito  dove siamo in crescita a Londra perché oltre al canale Horeca abbiamo lavorato anche con i retailers. Per quanto riguarda l’Asia abbiamo avuto una frenata, mentre in Cina siamo in ripresa. La cosa bella è che durante il periodo più nero dell’emergenza sanitaria è arrivato il primo ordine dal nuovo importatore della Corea, e di recente abbiamo iniziato la collaborazione con nuovi importatori in Irlanda e Vietnam, quindi qualche segnale di ripresa c’è! Qualche segnale positivo arriva anche dall’Europa, dalla Germania in particolare. Abbiamo la sensazione che il mercato si riprenderà a breve anche se la preoccupazione rimane, perché non c’è a breve una fine del virus, dobbiamo imparare a convivere rispettando le regole del distanziamento, indossando la mascherina.

COME AFFRONTATE LA SICUREZZA E IL DISTANZIAMENTO IN CANTINA

Antonietta: “Siamo rimasti chiusi per due mesi, poi abbiamo riaperto e ora qualche turista si ferma e vediamo che acquistano in cantina, con il distanziamento ovvio, ma abbiamo tutto lo spazio che serve, controllo della temperatura, pulizia, igienizzazione dei locali e mascherina…All’inizio abbiamo utilizzato lo smart working e per i collaboratori in cantina abbiamo dato loro l’opportunità di lavorare anche in campagna. Fortunatamente per questa vendemmia non abbiamo problemi di recuperare la mano d’opera perché ci siamo organizzati per tempo”.

Tenuta Martenigo

QUALE DOVREBBE ESSERE IL NUOVO FORMAT DELLE FIERE DEL VINO?

“Noi in questi mesi abbiamo lavorato con gli incontri on line – risponde Sabrina – abbiamo organizzato presentazioni in streaming, ovvio tenendo conto dei diversi fusi orari! Ma sono convinta che questo modo di lavorare non sostituirà completamente gli incontri, credo ci sia un gran bisogno di rapporti umani. Come dovranno essere le fiere. Dovranno anche loro offrire incontri e occasioni commerciali di qualità, anche a discapito dei numeri ridotti, dovranno selezionare di più, identificare meglio i target professionali a cui rivolgersi. Sarebbe utile distinguere gli eventi b2b e b2c per poter dare una maggiore identità ai diversi target. Poi si dovrà investire di più sulla cultura del vino e dei territori, magari con eventi mirati al consumatore finale e agli appassionati. Sarebbe utile per noi produttori partecipare ai prossimi eventi per dare un segnale di ripresa e un messaggio di forte positività del vino italiano. Anche se non mancano i punti interrogativi perché non siamo in grado di sapere se gli operatori esteri arriveranno”.

CHE MESSAGGIO VOLETE DARE AI GIOVANI?

“La Valpolicella produce anche vini più semplici rispetto all’Amarone, – risponde Sabrina – meno strutturati che sono perfetti anche consumati d’estate con una cucina più fresca e leggera. Il messaggio che vogliamo dare è quello che l’Amarone è un vino di tecnica ma soprattutto di terroir, i giovani devono essere alla ricerca di vini tipici e veri, di non seguire le mode perché ogni denominazione deve mantenere la propria tipicità come espressione del territorio”.

QUAL’E’ IL VOSTRO NUOVO APPROCCIO VERSO IL CONSUMATORE

Per noi la sostenibilità è trasparenza verso il consumatore, afferma Antonietta – Abbiamo scelto la via della certificazione che è una via impegnativa e i protocolli che stiamo perseguendo richiedono parecchio lavoro. Quello che l’azienda fa per la sostenibilità ambientale per esempio, intervenendo meno possibile sull’ ambiente, garantendo una maggiore biodiversità in campagna e poi c’è da considerare l’aspetto sociale:  qui vivono tante famiglie, il rispetto dell’ambiente è un atto dovuto, e poi cerchiamo di coinvolgere i nostri collaboratori per cercare di coinvolgerli attivamente rispetto a questo argomento. Le certificazioni che abbiamo, l’Equalitas per esempio è riconosciuta dai mercati a monopolio e con la Biodiversity Friend stiamo lavorando per un maggior controllo della filiera produttiva. Per noi la nostra storia, il nostro approccio etico e sostenibile, l’innovazione e la ricerca sono fattori rilevanti, un ulteriore punto di forza ai nostri vini che già spiccano di grande bevibilità e carattere. Abbiamo attivato una ricerca con l’Università di Verona per la zonazione dei nostri vigneti, per creare una mappa aromatica di ogni singola micro zona. Sicuramente l’innovazione e la ricerca sarà il futuro su cui puntare per elevare la qualità dei nostri vini”.

www.serenacomunicazione.com

www.tedeschiwines.com

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